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COP 26, l’ultima chance per combattere il cambiamento climatico


 

La COP 26, ovvero la 26ª Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, andrà in scena a Glasgow (Scozia) dal 31 ottobre al 12 novembre 2021. L’evento, programmato per il 2020 e rimandato a causa della pandemia, si preannuncia come la migliore e forse l’ultima opportunità che i paesi membri avranno per tentare di affrontare e gestire le preoccupanti conseguenze della crisi climatica. Questo summit dovrà rappresentare un vero punto di svolta per quanto riguarda gli sforzi fatti finora per salvare il pianeta.

 

Cos’è la COP 26?

La COP 26 è la 26ª Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, organizzata dalle Nazioni Unite. La COP è l’organo direttivo dell’UNFCCC (Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici), trattato ambientale internazionale siglato a Rio de Janeiro nel 1992 ed entrato in vigore due anni più tardi. Dal 1995, anno in cui si tenne il primo vertice tra i paesi membri a Berlino, l’ONU ha dato vita a documenti e convenzioni di straordinaria importanza per la tutela del pianeta e la lotta contro i cambiamenti climatici. I più noti sono senza dubbio il Protocollo di Kyoto, redatto nel 1997, e l’Accordo di Parigi, stipulato nel 2015.

 

Gli obiettivi della COP 26

Gli obiettivi principali di questa COP 26 sono quattro:

1. “Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C”.
In occasione del nuovo vertice globale sul clima, ogni paese dovrà presentare un piano aggiornato ed ambizioso, volto a ridurre sensibilmente le proprie emissioni entro il 2030. Agli stati membri è stato consigliato di: abbandonare quanto prima il carbone, limitare la deforestazione, dotarsi più rapidamente di veicoli elettrici e investire maggiormente nelle energie rinnovabili.

2. “Adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali”.
E’ necessario agire concretamente per tutelare e ricostruire gli ecosistemi,
dar vita a sistemi di difesa e allerta, creare infrastrutture e agricolture più resistenti e allo stesso tempo flessibili, per far fronte all’eventuale perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e vite umane.

3. “Mobilitare i finanziamenti”.
Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi sviluppati dovranno versare almeno 100 miliardi di dollari ogni anno in finanziamenti per il clima. Sarà quindi necessaria la collaborazione di istituzioni finanziarie internazionali, della finanza pubblica e privata.

4. “Collaborare”.
La crisi climatica può essere affrontata e gestita soltanto attraverso una concreta e forte collaborazione tra governi, imprese e società civile.

 

L’accordo di Parigi

Con l’Accordo di Parigi, siglato nel 2015 dai 190 stati membri, la comunità internazionale si è impegnata ufficialmente per limitare il riscaldamento globale, cercando di mantenerlo ben al di sotto dei 2ºC e continuando con gli sforzi per portarlo a 1,5ºC. L’obiettivo a lungo termine è arrivare a zero emissioni nette nel 2050. Cosa rende così speciale questo accordo? Si tratta del primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, ancora estremamente attuale. Tra gli obiettivi fissati per la COP 26, infatti, c’è anche quello di portare a termine il “Libro delle Regole” di Parigi, contenente le norme necessarie per attuare la convenzione stipulata nel 2015. Per farlo sarà necessario affrontare la questione relativa ai mercati del carbonio, risolvere i problemi di trasparenza dei Paesi membri e trovare un accordo che stimoli i governi a limitare concretamente l’aumento delle temperature.

 

Il ruolo dell’Italia nella COP 26

L’Italia giocherà un ruolo fondamentale nella prossima Conferenza delle Parti, poiché assumerà la presidenza della COP 26 in partnership con il Regno Unito, dove si terrà il vertice. Ai due paesi sono stati affidati rispettivamente anche il G20, in programma a Roma il 30 e 31 ottobre, e il G7, tenutosi a giugno in Cornovaglia. A Milano sono invece già andati in scena i due eventi preparatori per la COP 26, ovvero la “pre-COP” e lo “Youth4Climate: Driving Ambition”. Quest’ultimo è stato dedicato al coinvolgimento e alla sensibilizzazione dei più giovani. Ha partecipato anche Greta Thunberg, celebre attivista svedese che lotta contro il cambiamento climatico e per lo sviluppo sostenibile.

 

 

Martina Cianni


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