In Italia solo un’azienda su 5 ha messo in atto piani chiari e dettagliati per ridurre le proprie emissioni. A rivelarlo è l’ultima indagine condotta dal CDP (Carbon Disclosure Project), organizzazione internazionale non profit che aiuta imprese e città a gestire e divulgare il loro impatto ambientale.
Le aziende italiane sono ancora lontane dal raggiungere l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale, mantenendolo ben al di sotto dei 2ºC e impegnandosi per farlo scendere fino ad 1,5ºC. Attualmente, l’economia italiana si attesta su una temperatura pari a circa 2,8 ºC e gli sforzi programmati per il futuro sembrano già insufficienti. Negli ultimi cinque anni le aziende italiane hanno diminuito le loro emissioni del 22% e continueranno a tagliarle del 3,3% ogni anno fino al 2030. Un valore, però, ancora lontano dal 4,2% necessario per rispettare gli impegni presi dall’ONU in occasione della COP 21. Tra le imprese italiane che hanno elaborato programmi attendibili e fissato obiettivi concreti ci sono Enel, Salvatore Ferragamo, Sofidel, Daniele & C. Officine Meccaniche e Pirelli.
Decarbonizzazione e settori "Hard to Abate"
Un altro step fondamentale da compiere in Italia è la decarbonizzazione del settore energetico e la conseguente adozione di tecnologie ed energie ‘green’. A questo proposito Confindustria, Confederazione generale dell'industria italiana, ha presentato al Governo un piano basato sull’istituzione di un fondo per la decarbonizzazione dei settori “Hard to Abate”, cioè settori industriali che consumano molta energia per la produzione di materiali come l’acciaio, la carta, o il vetro, e per i quali risulta più difficile abbattere le emissioni. Successivamente dovranno farsi largo le cosiddette “Green Technologies”, basate sull’innovazione sostenibile, che puntano alla preservazione dell’ambiente e alla limitazione degli impatti negativi delle attività umane. Tra queste ci sono l’illuminazione a led, i pannelli solari e i veicoli elettrici.
Industria ed emissioni: un legame da non sottovalutare
L’industria è senza dubbio uno dei pilastri dell’economia italiana ed europea. Stando ai dati riportati dall’Eurostat, ufficio statistico dell’UE, nel 2018 questo settore ha rappresentato il 17,6% del PIL (Prodotto Interno Lordo) e ha dato lavoro a 36 milioni di persone. Tuttavia, non è possibile sottovalutare i rischi ambientali legati alle attività produttive. All'industria, infatti, sono riconducibili più della metà delle emissioni di alcuni dei principali inquinanti atmosferici e dei gas serra, ma anche ulteriori e rilevanti impatti ambientali, come l'inquinamento di acque e suolo, la produzione di rifiuti e il consumo di energia.
Le soluzioni: sostieni Regala Un Albero
Questo settore sta dimostrando di essere sempre più sensibile nei confronti di tematiche come la salvaguardia dell’ambiente. Spesso, però, la valutazione dei rischi e delle potenzialità dei danni da inquinamento ambientale si rivela insufficiente. Analizzando i consumi e le emissioni inquinanti prodotte dalle attività aziendali, si è in grado di elaborare una strategia di sostenibilità volta alla riduzione dei consumi. E’ inoltre possibile dare il proprio contributo supportando concretamente progetti di salvaguardia ambientale, come Regala Un Albero.
Ogni nuovo albero piantato con Regala Un Albero è in grado di assorbire circa 22 kg di CO2 all’anno, per poi trasformarla in ossigeno. Allo stesso tempo, filtra l’acqua che beviamo e contribuisce a preservare la preziosa biodiversità del nostro territorio. Regalando un albero a clienti o dipendenti, ogni impresa sarà in grado di creare valore sostenibile all’interno della propria realtà lavorativa e di dimostrare la propria responsabilità sociale e ambientale.
Martina Cianni
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